Ce l’abbiamo tutti un simbolo per mandorla, vero?

Ah, la dura vita dell’interprete. Sempre all’affannosa ricerca di abbreviazioni, simboli e controsimboli per esprimere connettori, negazioni, sottolineature, passati, presenti e futuri (più o meno anteriori, ma fondamentalmente pure posteriori e un po’ laterali). Un mondo particolare, quello degli interpreti. Peccato che in quell’esplosione di grigiume, ripetitività e ansia da prestazione del Dipartimento di Lingue della Fondazione Milano (d’ora in poi DdLdFM), il mondo degli interpreti si incastri con il mondo degli studenti. E se non appartieni all’intersezione “studenti che vogliono diventare interprete”, sono cazzi. O meglio, in realtà sono cazzi a prescindere, ma va be’.

Il secondo semestre del terzo anno alle ex SCM ha spazzato via parte delle convinzioni che il gruppo misto olandese-russo credeva ormai di aver raggiunto e che forse sperava (chi più, chi meno) di mantenere fino alla laurea. Dato che, per l’appunto, la fase della tesi si avvicina, meglio non creare uno scandalo politico-universitario. Di conseguenza accennerò ai docenti in entrata e in uscita tramite nomi in codice. Gli addetti ai lavori intenderanno al volo.

Innanzitutto posso spingermi a dire che UsoCreativoDellaLingua è stata sostituita da ParloEPezzoSenzaLimiti. Neanche fosse una tariffa della Vodafone, quest’ultima professoressa apre bocca alle 9.21 e finisce alle 10.58 (solo perché interrotta dal provvidenziale intervento di Stefanovska). Vi direte: “Be’, alcune persone ti rapiscono mentre parlano, e staresti ad ascoltarle per ore”. Verissimo. Ma non è il suo caso. Ripeto: siamo al secondo semestre del terzo anno. Traduciamo dall’ottobre 2009 e tu, donna dalla lingua infaticabile, osi dirmi: “Non tutte le parole hanno un unico traducente. Rileggete sempre la traduzione, quando l’avete finita. Potreste usare il monolingua, è utile”.
Ma. Non. Mi. Dire.
Insomma, non proprio una bocca della verità alla quale gli studenti anelano, avidi di virtù e conoscenze. Se poi aggiungiamo i due aloni di sudore disumani emersi sulla sua maglia grigio-pigiama durante la prima lezione, possiamo dire che il quadro è completo, e non è affatto invitante.

In secondo luogo, sempre per restare in campo traduttivo, SimpaticiGadget è stato sostituito da Ehmmm-Man. Non sto a descrivere le patetiche reazioni disperate di alcuni elementi femminili al momento della scoperta dell’avvicendamento. Un minimo di contegno va sempre tenuto, pure su questo blog pieno di roba futile. E apparentemente ci sarebbe ben poco da disperarsi, dato che il curriculum del neo-arrivato fa alzare più di un sopracciglio: fluent in italiano, inglese, spagnolo e francese, studi a Washington, collaborazioni di ogni tipo. E chi ci arriva, un funzionario della Casa Bianca?
Be’, non proprio.
Vogliamo parlare di delusione? Parliamo di delusione. Il lunedì pomeriggio vede i nostri eroi pretendersi verso la bocca di un uomo barbuto e sopraccigliuto, privo di bicipiti in evidenza o pantaloni da acqua in casa. Ma a illuminare gli studenti sono solo dei lunghi, flemmatici, inconfondibili “ehmmmmmmmmmmmmmmmmm”. La sintassi della frase lascia un po’ a desiderare. Roba da alzarti, andare lui, prenderlo per la maglia e urlargli in faccia “SOGGETTO! VERBO! COMPLEMENTO! SOGGETTO! VERBO! COMPLEMENTO!”. Che poi a tradurre non è male, anzi. Però cazzo, non so in francese, ma in italiano è fluent tanto quanto Capello in inglese.

Spostandoci verso la traduzione, a lasciarci è stata AllegriaDaFunerale, sostituita da  OKKAEEEI. AllegriaDaFunerale a me stava quasi simpatica (per quanto possa starti simpatica una che non sorride mai): professionale, pacata, correggeva quello che c’era da correggere ma senza scadere nel nazismo grammaticale.

Su questa new entry c’è molto da dire. Borsa rosa-viola a fiorellini, capelli lunghi, bionda, r moscia. Il ben noto Gianmarco “Sinestesia” Lampugnani ha ammesso che la prof in questione soleva turbare i suoi sogni di 20enne innocente. È pure simpatica, niente da dire. Peccato sia una macchina da guerra di consecutiva.

Avete presente la consecutiva? Una persona parla, tu prendi note-simboli-abbreviazioni del suo discorso in modo ponderato e poi ripeti quello che è stato detto basandoti (almeno in teoria) su memoria e appunti. Ovviamente in un altra lingua.
Bene, diciamo che l’impatto è stato piuttosto forte. O meglio, il passaggio dal primo al secondo semestre si è sentito molto. Testi letti a velocità medio-alta, improvvise variazioni di tono (roba da farti saltare in aria) e l’istinto a farti notare ogni singolo, maledetto, inutile aggettivo che hai saltato. E poi, va be’, c’è questa storia che ama i simboli.

“Il prossimo testo parla di un report pubblicato dalla London School of Economics e parla dell’impatto del debito greco sull’Europa. Ce l’avete un simbolino per London School of Economics? Sì, vero? E poi ce l’abbiamo tutti un simbolo per impatto del debito greco, no? Un simbolo per il premier greco che lotta contro i manifestanti? Uno per la Merkel che stringe le chiappe ogni volta che legge di quanto è salito lo spread greco? Un simbolo per Berlusconi che ride vedendo il culone della Merkel stringersi?”

No che non ce l’ho. Perché i simboli, io come tutti, li ho per ambiente, energia, politica, economia. Termini piuttosto ampi e generali. A ascoltare lei non dovremmo fare dei simboli, ma delle opere impressioniste.

 

“Ce l’hai un simbolo per l’immigrato che passa dal Messico agli Usa?”
Cosa faccio, disegno un Monet?

Il simbolo di Monet per "sede della Banca Centrale Europea"

 

Un pensiero riguardo “Ce l’abbiamo tutti un simbolo per mandorla, vero?

  1. “AlloVa, il pVossimo testo paVla delle impoVtazioni di caVne dall’AusValia all’IndonesAREYOUREADYSHALLWESHAAAAAAAAART?” La adoro… 😀

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