(n)Euro 2016 – Tra hipster, riccioloni e braghe del pigiama (#04)

Per concludere la presentazione delle 24 squadre di Euro 2016, a voi il girone di una delle grandi favorite (il Belgio, eh, mica l’Italia) e il gruppo simpatia – perché in ogni grande torneo c’è sempre un gruppo che punta tutto sulla simpatia (CR7 escluso, ovviamente). Ecco, dunque, i gironi E e F presentati da Colpoditacco (https://colpoditacco.me/) e Gintoki (https://shockanafilattico.wordpress.com/).

GIRONE E: ITALIA – BELGIO – SVEZIA – IRLANDA
Autrice: Colpoditacco

ITALIA
Al grido di: “San Pellè pensaci te”, l’Italia è pronta conquistare la Gallia. Non è sicuramente un’armata, né una corazzata, è più… un gruppo di gente che si conosce, che ha deciso di andare in Francia nello stesso periodo. Ché poi si sa… a giugno si spende meno! Antonio Conte punta tutto sulla difesa, unica certezza: della serie non facciamo gol ma nemmeno li prendiamo. Anche se Bonucci e Chiellini in azzurro diverse cazzate le hanno fatte. Ma incrociamo le dita, anche quelle dei piedi, e siamo fiduciosi. Il centrocampo poteva essere migliore con Verratti e Marchisio, ma anche io potevo essere 180 centimetri e avere gli occhi verdi, quindi bisogna accontentarsi di quello che si ha: Motta, De Rossi, Giaccherini, Sturaro (ok basta, non ce la faccio a scriverli tutti). Gli attaccanti sono pieni di volontà ma poco incisivi, sono più CANIni. Sono un po’ il contrario di quello che dicevano i prof ai genitori: “Si impegnano ma non sono bravi”. Detto questo, speriamo nel miracolo o quantomeno di passare il turno. Dopotutto Conte ha scelto i giocatori meno stanchi… infatti la maggior parte di loro ha passato la stagione in panchina come riserva. Un plauso al povero Thiago Motta per il coraggio di indossare il 10: ditemi la verità, voi al suo posto lo avreste preso?! Io no!

https://i0.wp.com/images.performgroup.com/di/library/GOAL/fa/a7/numeri-10-italia-ps-ita_17gxbybkt8j3h190w415n6zut6.png
2018: Riccardo Montolivo

BELGIO
Il Belgio è tra le favorite di questo Europeo. E in genere le favorite, alla fine, non vincono mai. Speriamo non ci stiano leggendo da Bruxelles e zone limitrofe, altrimenti dobbiamo chiudere e sarebbe un peccato. I Diavoli Rossi sono in formissima, hanno giocatori fortissimi in ogni reparto (Lukaku, De Bruyne, Carrasco, Witsel, Hazard, Fellaini, Nainggolan, Courtois… va be’ tutta la squadra) e sono secondi nel famigerato ranking FIFA, che è come essere secondi nella classifica dei più fighissimi del mondo. Insomma, visti così mettono i brividi, soprattutto se guardi anche i loro capelli: Nainggolan, Fellaini e Witsel saranno quelli che Conte terrà più sott’occhio. L’indivia tricotica può generare mostri.

 

https://i0.wp.com/sport.sky.it/static/contentimages/original/sezioni/sport/calcio_estero/2011/10/11/witsel_fellaini_belgio_ansa_1.jpg
Riggioloni agghiaggiandi.

SVEZIA
Se si dice Svezia, si dice Zlatan Ibrahimovic. Lui è uno e trino, quindi non mi stupirei di vederlo giocare contemporaneamente in porta, difesa e attacco. In alcuni tratti della partita potrebbe farlo davvero, anche perché la Svezia non è che abbia grandi giocatori. Resta comunque una squadra velenosa e soprattutto che fa dei biscotti velenosi (vedi Europei 2004, Svezia e Italia nello stesso girone), ma poco temibile sotto il profilo tecnico e tattico, come direbbero quelli che masticano calcio. Da tenere d’occhio anche Kim Kallstrom e non perché sia particolarmente bello. Anzi.

 

https://pbs.twimg.com/media/BfTRGNWCIAAFKOF.jpg
Va’ che bell’ometto.

IRLANDA
L’Irlanda potrebbe essere definita come squadra materasso… nel senso che a guardarla ci si addormenta. Gli allegri giovanotti carichi di Guinness (per non pensare al girone che li aspetta) e di quadrifogli (ché almeno portassero fortuna), affrontano questo Europeo con intensità calcistica, tipica di quelli che non hanno nulla da perdere… se non le partite. La squadra allenata da Martin O’Neill potrebbe mettere in difficoltà qualsiasi avversario, ma sarà probabilmente destinata all’ultima posizione del girone. Sempre che l’Italia non le rubi il posto. Robbie Keane non è più un pischello, ma non gli manca il fiuto del gol.

https://i0.wp.com/backpagefootball.com/wp-content/uploads/2012/06/Ireland-fans-Euro-2012.png
Nel dubbio basta bere e non guardare.

 

GIRONE F: PORTOGALLO – ISLANDA – AUSTRIA – UNGHERIA
Autore: Gintoki

PORTOGALLO
Il calcio molto tecnico, palla a terra e con giocate di fino spinge molti a considerarli i brasiliani d’Europa. In effetti il paragone ci sta, con l’unica differenza che il Portogallo nella propria storia come trofeo ha alzato solo una beneamata ceppa. Stella della squadra è indubbiamente Cristiano Ronaldo coi suoi addominali che fanno provincia e il conto in banca pari al bilancio di uno Stato. Occhio anche a Bernardo Silva, classe ’94, trequartista del Monaco che si è messo in luce durante l’Europeo U21 nel 2015 per il proprio talento e che ha attirato l’attenzione di molti top club, tra cui la Juventus. Con le sue occhiaie da studente fuori sede e le movenze ineleganti ma efficaci, è considerato l’opposto di CR7.
I Lusitani non dovrebbero avere difficoltà a vincere il girone, a meno che non decidano di farsi del male da soli. Cosa in cui sembrano riuscir bene: l’Europeo 2004 è ancora vivo nel loro ricordo.

https://i.ytimg.com/vi/IKuKfgnT808/maxresdefault.jpg
«Finché non mi scattano la foto, non mi muovo».

ISLANDA
L’Islanda è il vero oggetto sconosciuto del girone, non avendo mai preso parte alle fasi finali di competizioni internazionali. L’ultima volta che degli islandesi si sono affacciati sul continente sarà stato intorno all’anno 1000 a bordo dei Drakkar. Il loro isolamento calcistico li rende la nazionale più indie dell’Europeo; inoltre dalle vulcaniche terre ghiacciate vengono i Sigur Ros e lì ha sede una versione dell’ATP Festival di Londra molto alternative: se cercate hipsteria, è l’Islanda la squadra da tifare. Anche se alcuni già lamentano che qualificarsi sia stato troppo mainstream.
L’uomo d’esperienza del gruppo è l’eterno Guðjohnsen, 37 anni, girovago del continente anche ad alti livelli (ha militato, tra l’altro, nel PSV, nel Chelsea, nel Barcelona e nel Monaco), che dopo aver dato l’addio alla Nazionale in seguito alla sconfitta nei playoff di qualificazione al Mondiale 2014, è stato convinto dal CT a tornare a marzo per dare il suo supporto – morale più che fisico – al gruppo. Curiosità: chissà se i tifosi del Pescara ce l’avranno ancora con loro, quando l’anno scorso la Federazione Islandese decise di convocare (con largo anticipo) il loro centrocampista Birkir Bjarnason, facendogli saltare la finale di ritorno dei playoff-promozione in Serie A che il Pescara doveva giocare contro il Bologna: e alla fine chi vinse? Il Bologna.

 

https://i0.wp.com/www.thomson.co.uk/blog/wp-content/uploads/2015/12/hipster-dalston-coffee-e1449163312931-660x400.jpg
L’entusiasmo medio di un hipster islandese.

AUSTRIA
L’Austria è stata tra le sorprese delle qualificazioni, chiudendo il girone al primo posto da imbattuta (9 vittorie e un pareggio) davanti a Russia e Svezia, guadagnandosi con autorevolezza la propria seconda qualificazione agli Europei dopo quella del 2008, anche se lì erano presenti di diritto come Paese ospitante (ti piace vincere facile?). L’elemento di spicco è David Alaba, difensore del Bayern di Monaco classe ’92, uno che unisce quantità alla qualità: ha un gran sinistro col quale è in grado di servire agli attaccanti un biglietto alta velocità verso la porta. O verso il parcheggio dello stadio, quando sbaglia a coordinarsi.
Per il girone non dovrebbero esserci problemi a passare il turno accanto al Portogallo, ma bisognerà vedere se Islanda e Ungheria saranno d’accordo.

https://i0.wp.com/s.bundesliga.com/assets/img/1090000/1086491_imgw968.jpg
«Ti andrebbe un po’ di Schweppes, solo io e te?»

UNGHERIA
L’Ungheria torna alla ribalta dopo 44 anni dall’ultimo Europeo giocato e 30 dall’ultimo Mondiale: negli anni ’40 e ’50 la Nazionale magiara insegnava calcio a tutti, ma dopo la sconfitta nella finale del Campionato del Mondo del 1954 subìta dalla generazione di fenomeni passata alla storia come “Squadra d’oro (Aranycsapat)” è iniziato un lento declino. Oggi non ci sono nomi altisonanti e la maggior parte dei calciatori della rosa milita nel campionato ungherese e in quello polacco, che non esprimono un grande tasso tecnico. Il miglior giocatore della Nazionale, di cui è anche capitano, è Balázs Dzsudzsak (pronuncia: Balàsh Giugiàk),  ma il simbolo della squadra è il portiere Gabor Király, uno che sembra un impiegato del catasto che sta andando a buttare la spazzatura col suo tutone della domenica pomeriggio. Speranze di passare il turno: molto basse, quanto quelle di un telecronista italiano di riuscire a dire tutti i nomi della formazione senza sbagliarne uno.

https://i0.wp.com/www.delinquentidelpallone.it/wp-content/uploads/2015/05/gabor-kiraly.jpg
«Amò, te l’ho detto, finisco la partita e poi piscio giù il cane, 5 minuti».