Appunti via Carnate – Salve, sono Medolago, implemento problemi

La sua cravatta è blu. Non un affettato blu elettrico, non un banale blu oceano, bensì un distinto blu zaffiro. Sopra la camicia bianchissima, una giacca gessata. Sia chiaro, non quel gessato pacchiano da mafioso italo-americano di bassa lega, dove le linee sembrano disegnare un’infinita pista d’atletica. È un gessato morbido, sobrio, misurato. Le gambe, accavallate con grazia, mettono in mostra una scarpa lucida, così lucida da riflettere parte dei raggi filtrati dal finestrino. Impeccabili capelli sale e pepe, mani curate, posa composta.

Poi, all’improvviso, il Blackberry vibra, la bocca si apre e, sì, ecco, insomma, crolla un po’ tutto.

“Salve, sono Medolago”.

Un nome (e anche un paese, tra l’altro), una voce. E che voce. Avete presente quel simpatico ragazzo che recitava in quella simpatica serie tv e aveva una simpatica voce nasale e una simpaticissima risata che ispirava, come dire, simpatia (o odio profondo)?

Perfetto.

Ora aggiungete un accento brianzolo tanto marcato quanto fastidioso e un volume costante da pescivendolo-imbonitore. Bene, siete pronti per incontrare Medolago.

“Sì, salve. Vorrei parlare con il sindaco”.

Medolago non temporeggia, non cincischia, non gigioneggia. È uno che va dritto al sodo. Non teme l’autorità.

“Relativamente alla costruzione di una strada nuova, nella zona collinare di Ambivere”.

Medolago adora gli avverbi in -mente. Come dargli torto. Poi no, certo, mica sta lì a perdere tempo con i verbi. C’è una strada da costruire, cribbio!

“Sono già stato lì con mio padre, ma siccome le cose stanno andando per le lunghe vorrei avere un chiarimento con il sindaco”.

Medolago è al passo con i tempi. E se i giovani si presentano ai colloqui di lavoro con mammà, lui, per rompere i maroni in Comune, si porta dietro papà (almeno 75enne, presumo). Perché se Medolago jr fa brutto, chissà Medolago sr.

L’eroe del giorno strappa un appuntamento. Soddisfatto, si dà una grattata al pedalino. Qualche appunto su un foglietto volante, alcuni tasti pigiati sul Blackberry, una breve ma intensa occhiata all’orizzonte e si riparte. Perché Medolago non ha tempo da perdere.

“Sì buongiorno, sono Medolago. Si è liberato l’avvocato Iazzi? Sì, grazie”.

Qualche secondo di attesa. Penso al terrore sul volto dell’avvocato Iazzi, al sudore freddo dell’avvocato Iazzi, al “dì che non ci sono” dell’avvocato Iazzi. E ai giochi di parole che ‘sto poveraccio deve aver subito dalle elementari in poi.

“Pronto? Niente, ho insistito perché sapevo che domani non c’era, ci sentiamo domani allora. Grazie. Salve”.

Medolago non è affatto contento. Quel doppio imperfetto ne è un chiaro segnale: qualcosa è andato storto. Altri appunti su un foglietto. Probabilmente qualcosa di molto simile a:

  1. Contattare avv. Iazzi
  2. Incontrare avv. Iazzi
  3. Eliminare avv. Iazzi
  4. Fare facile ironia su cognome avv. Iazzi, ormai deceduto

Nuova rullata di tasti. Nuova telefonata.

“Cosa si mangia lì? Ma non dovevi farlo stasera? Patatona, mi senti?”.

Perché Medolago ha un cuore. E ha fame.

“Pataaaaata, ci sei? Dai, dai, ci sentiamo dopo. Va bene. Ciaaaaociaociao”.

Sento che potrei iniziare a voler bene a Medolago, ora che il suo lato più intimo si è svelato a pochi metri da me. Ma in questo viaggio, ahimè, non c’è spazio per i sentimentalismi.

“Carlucci? Buongiorno, sono Medolago, studio Berda”.

Bel posto dove lavorare, lo studio Berda. Vuoi vedere che ci lavora pure l’avvocato Iazzi? De Sica potrebbe costruirci su un intero film.

“Ci siamo sentiti ieri. Lei per caso ha delle novità? Sì, sì, ho capito. Niente, ne parlerò al cliente io. Certo! Legato più alla congruità che all’implementazione, certo”.

Ah, la congruità. Medolago sì che sa parlare. Sentilo, sentilo come sguiscia tra “congruità” e “implementazione”. Dategli un Blackberry e vi implementerà il mondo. I passeggeri, i pochi coraggiosi rimasti nel vagone, hanno delle facce che sembrano suggerire un “guarda che ormai ci hai implementato i coglioni”. C’è giusto il tempo per un’ultima chiamata, prima di alzarsi, infilarsi il cappotto e scendere ad Arcore.

“Ma quella delle bomboniere apre alle 10 e chiude a mezzogiorno? No, perché non risponde…”.

Relativamente alle bomboniere, auguroni, Medolago, e figli maschi! Però magari la prossima volta viaggia in Suv, eh.

11 pensieri riguardo “Appunti via Carnate – Salve, sono Medolago, implemento problemi

  1. mi credi che alla descrizione di Steve Harper, prima di vedere la foto avevo capito che parlavi di Monica Ward? Giuro!
    Sarà che in tutta la mia vita ho guardato solo quel telefilm (su questo però non giuro).
    Dalle vostre parti avete cognomi anche belli, ma i nomi dei comuni sono orrendi. Medolago… mah

    "Mi piace"

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