Di silenzi arancioni

Ciao, sono Francesco, ho 26 anni e una volta scrivevo su un blog.

(C’è ancora qualcuno che scrive sui blog? Oltre a Beppe Grillo e Aranzulla, si intende).

Dopo la gragnuola di articoli promiscui – una donna, un uomo, un gatto e un dio – comparsi in occasione degli europei gallici, è sceso il silenzio. A proposito, vi ricordate chi ha vinto gli europei? Il Portogallo. Cristiano Ronaldo gambizzato? Il gol vittoria ai supplementari del carneade Eder (ancora più carneade di quello dell’Inter)? Sembra sia passata una vita, da allora.

Che è successo, nel frattempo? In Italia, si è iniziato a parlare di referendum e della panza di Higuain. Nel mondo, si è parlato soprattutto di Trump. Del muro di Trump, delle mogli di Trump, della figlia di Trump, dei soldi di Trump, dei capelli di Trump. Trump è razzista, omofobo, maschilista. Ah, sì, poi qualcuno ha provato a parlare di Hillary. Incredibile ma vero, alla fine ha vinto Trump.

Ma torniamo al silenzio improvviso di cui sopra.

A maggio ho iniziato a tradurre un libro. Nata ipoteticamente come lavoro rapido e indolore, questa traduzione è diventata una specie di parto podalico plurigemellare. Diciamo che ha richiesto più tempo e bestemmie del previsto. Lascio immaginare il sollazzo del tradurre in treno, con il portatile incollato sulle cosce, le gocce di sudore che cadono sulla tastiera, la sciura curiosa che immancabilmente si siede di fianco per farsi i cazzi altrui. L’unico scudo: gli auricolari e i God Is an Astronaut nelle orecchie.

Nobody said it was easy / No one ever said it would be this hard

(cit. i Coldplay mentre cercano di comprare i biglietti per i Coldplay)

Eppure, alla fine, con giusto quei due-tre mesi di ritardo sulla tabella di marcia, la versione definitiva è andata in stampa, e a inizio ottobre è uscito il libro.

Il libro è relativamente corto e scritto in un italiano accettabile (l’ha tradotto un grammar nazi e ha superato ventordici revisioni, quindi mi sento abbastanza sicuro su quest’ultimo punto). E poi è TUTTO ARANCIONE.Mi sembrano ragioni più che sufficienti per comprarlo.

Il protagonista è Johan, un arrogante rompicoglioni fissato con i soldi. Che accidentalmente ha scritto la storia del calcio. (No, va be’, era un gran figo, poche storie).

A inizio ottobre è uscito il libro, dicevo, e per un paio di giorni non ho capito più niente. Doppio paginone su Repubblica firmato da Gianni Mura (di cui ho l’autografo in camera), quadruplo paginone sulla Gazzetta. Stralci pubblicati su uno e sull’altro quotidiano, sulla Gazzetta interi paragrafi. Per uno cresciuto a calcio e Nesquik, una discreta botta di vita.

Mi sono state recapitate due copie di questo splendido concentrato di arancionità, di cui una si staglia – in tutta la sua fiera arancionitudine, ça va sans dire – nella mia libreria. Altrettanto ovviamente, non ho letto l’opera finita. Un po’ perché il contenuto ormai lo so a memoria, un po’ perché temo modifiche last-minute mandate in stampa a tradimento. Ma se l’argomento vi interessa, leggetela, la storia del buon Johan – in libreria c’è molto di peggio.

Passata l’euforia, la routine quotidiana ha ripreso il sopravvento. Treno, ufficio, treno, corsa – di recente perfino la voglia di correre si è affievolita. E così, visto che per gli ultimi giorni del 2016 non sono previste attività sconvolgenti, forse è il caso di ritentare di dare un senso al blog, once again. Senza tabelle di marcia. Sempre che su WordPress ci sia ancora qualcuno.

(n)Euro 2016 – Incredibilenji Portuganji! (#27)

Nel caso non ve ne foste accorti, ieri è sceso il sipario su Euro 2016. Ecco i puntuali contributi del (n)Euro Team, che ha seguito la finale con interesse… ehm, eterogeneo.
IL PORTOGALLO VINCE, LA FRANCIA PIANGE, BENZEMA RIDE
Togliamoci subito il problema: cosa avrebbe fatto il Benza in questa finale?
Avrebbe trovato qualche punto debole nei giocatori del Portogallo e li avrebbe ricattati. Benza-style. Il grido “Fozza Inda!” non è niente in confronto.
La finale di questo Europeo si presenta al pubblico anticipata da un grande dispendio di coreografie (persino David Guetta…i DJ sono inutili a mio parere) e con la consapevolezza di aver buttato soldi in campi di patate verniciati di verde per uno spettacolo pietoso.
Ma così è la vita. O, almeno, così ce la dipingono.
La partita l’ho vista fino alla fine del secondo tempo regolamentare, poi mi sono rifiutato. Non mi interessava il vincitore, solo sfottere lo sconfitto.
Il match fra Portogallo e Francia vede un’inconsistenza in attacco da far paura. Tolto di mezzo CR7 dopo 20 minuti (l’unica cosa per cui Payet si è fatto notare per tutta la sua partita), il Portogallo si affida al criminale Quaresma e all’evanescente Nani (entrambi giocatori che avranno una seconda carriera dopo questo Europeo – sottolineo immeritatamente) come “arieti d’attacco”, mentre la Francia deve vedersela con Payet calcisticamente morto, Griezmann reattivo ma troppo distante dalla porta, Giroud senza palloni giocabili e legnoso ed un Sissoko indiavolato.
La prova del giocatore del Newcastle è superlativa, tanto che solo un perfetto Rui Patricio gli toglie la gioia di segnare in finale con poderoso missile a mezz’aria.
Se il Portogallo non ha un attacco e la Francia ce l’ha spuntato, che si fa? Cosa farebbe Benzema? Semplice, butterebbe nella mischia quel ciccione di Gignac al posto dello spaesato Giroud. E il ciccione lo ripagherebbe con un palo.
Da questo momento in avanti ho smesso di vedere. Il tormento psicologico di vedere anche i supplementari fra due squadre così brutte mi faceva venire la Peste Bubbonica e perciò ho spento.
Ho sentito solo stamattina che ha vinto il Portogallo… grazie al rumore di pianto dei francesi.
Il mio primo pensiero è stato: che cazzari.
Il secondo: cosa starà facendo Benzema?
Semplice: ridendo di gusto a dito medio alzato.
Benza-style! O, come direbbe la nuova proprietà dell’Inter, FOZZA BENZA!
(Zeus)
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LOL!

GOL INASPETTATI, PETTINATURE ILLEGALI E PUGNI GRATUITI
Portogallo – Francia è la finale che ha diviso il pubblico degli spettatori neutrali rispetto a queste due squadre. C’era da scegliere tra il Portogallo che praticava un calcio vivace come un programma di Marzullo e, be’, i francesi. Nel ruolo di terzo incomodo si è presentato un esercito di falene che ha invaso lo Stade de France. Capire per chi tifare era arduo, poi i lepidotteri hanno iniziato a sbranare calciatori, tecnici e pubblico e la cosa si è fatta interessante.
Il copione dell’incontro sembrava già scritto: Francia che attacca e che fa capire subito chi comanda, Portogallo che diligentemente riporta la palla a centrocampo per far ripartire i francesi.
Sissoko è una locomotiva: parte dalla metà campo lasciando solchi per terra e trascinandosi dietro portoghesi e falene per poi concludere sparando in orbita il pallone.
Dopo venti minuti, come il più scontato dei polpettoni hollywoodiani, arriva il colpo di scena: Payet travestito da Blanka di Street Fighter (o forse il contrario) entra duro su Cristiano Ronaldo e lo fa volare a terra rifilandogli una ginocchiata sulla coscia che gli fa saltare un legamento e anche due zeri dal conto in banca.

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Una diapositiva di Payet/Blanka

CR7 si accascia a terra, si rialza, poi si accascia di nuovo in lacrime dopo essere stato colpito da una falena, viene portato fuori dove viene incerottato (e già che c’era si è fatto un paio di lampade), rientra, si accascia di nuovo e a quel punto l’arbitro gli dice Aò hai rotto er ca… e lo fa portare via in barella. Da CR7 è così diventato CR8.
Al suo posto entra Quaresma, El Trivela, detto anche El Pirla per la capigliatura ignobile con cui si è presentato.
A quel punto il Portogallo capisce che senza Ronaldo è costretto a giocare a calcio e la partita si ravviva, pur mantenendosi sullo 0-0 sino alla fine del primo tempo. Pogba, un po’ in ombra nella prima frazione tanto che la sua valutazione era scesa a 100 milioni, ci prova con un paio di cannonate da fuori. La sua valutazione risale a 120 milioni. Payet dopo aver eliminato CR7 si spegne: Il mio dovere l’ho fatto, ha dichiarato ai compagni. Ronaldo in panchina dà un pugno sul ginocchio ad Adrien Silva, perché se lui soffre, deve soffrire tutto il Portogallo.

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Così, di giustezza.

Il punteggio resta comunque sullo 0-0, anche se in pieno recupero Gignac in area di rigore con un paio di finte manda a stendersi l’intera difesa portoghese, portiere compreso, per calciare a botta sicura in porta: ma la Dea del Calcio, al suon di Ennò, un altro europeo così no vaffanbagno, manda il pallone sul palo.
A quel punto la spocchia e la sicumera francese vacillano, mentre i portoghesi cominciano a pensare di poterla sfangare. Difatti nei supplementari sono i lusitani a rendersi pericolosi, con Éder (non Eder l’italiano, un altro che nessuno sapeva chi fosse), che è il più vivace dei suoi. Ed è proprio lui che a 10 minuti dal termine dei supplementari dopo aver portato a spasso la difesa francese si accentra e, chiedendosi E mò che faccio? fa spallucce e calcia in porta dove Lloris arriva lento e in ritardo perché troppo preso a bearsi della propria grandeur. 1-0 e pubblico di casa ammutolito. La Francia si lancia in avanti ma non trova la porta, CR7 in panchina è una furia e incita i propri compagni, sostituendosi al proprio allenatore che dall’inizio dell’Europeo ha sempre avuto l’espressione di uno che si sta rompendo tremendamente i coglioni e non vede l’ora che finisca. Purtroppo gliel’hanno trascinata sino in finale.
Il triplice fischio regala la prima gioia europea della propria storia al Portogallo, dopo la delusione dell’Europeo sfumato in casa nel 2004.
Alcune note:

  • La valutazione di Pogba, salita momentaneamente a 150 milioni dopo un paio di finte nel primo supplementare, si è poi attestata sui 120.
  • Le falene hanno preso possesso dello Stade de France dichiarando l’indipendenza.
  • CR7 è disperato perché le visite mediche gli faranno saltare l’appuntamento con l’estetista.
  • Sissoko è segnalato ancora in corsa e al momento è nel tunnel della Manica.
  • Quaresma è stato bloccato alla frontiera: quel taglio non può passare i varchi di imbarco.

(Gintoki)

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MENO CR7, PIÙ ÉDER
Uno dice, Francia-Portogallo sarà una partita a senso unico. Da un lato i padroni di casa, pieni zeppi di talento offensivo, dall’altro Cristiano Ronaldo e poco altro. Se poi dopo otto minuti il caro CR7 viene messo ko, ecco che ci sono i presupposti per la goleada.
E invece no.
Perché i portoghesi, dopo l’infortunio di Ronaldo, non si abbattono. Giocano addirittura quasi bene. O meglio, non giocano proprio bene-bene-bene, ma in campo si muovono con dignità, nonostante i capelli di Quaresma. Paradossalmente, se con Ronaldo in campo ogni pallone doveva a tutti i costi passare per i suoi piedi milionari, senza di lui la squadra sembra quasi più leggera, meno monotematica.
A me è venuto in mente un ragazzo con cui mi è capitato di giocare a calcetto. Bravissimo, per carità, ma un rompicazzo impressionante. Incarnava tutte le doti che NON vorresti trovare nei tuoi compagni di calcetto: egoista, funambolico, berciante, esigente. Siamo qui per divertirci, non è il provino per Campioni, il sogno. Passa quella stracazzo di palla e non osare lamentarti se sbaglio a tirare. Con lui in squadra si vinceva facile, ma tornavo a casa incazzato nero.
Ecco, uscito quello bravo-ma-megalomane, il Portogallo ha giocato da squadra e sono emerse le qualità – forse meno fulgide, ma altrettanto apprezzabili – degli altri giocatori. In alcune azioni Joao Mario sembrava addirittura un giocatore di calcio. Per dire, eh. Poi sì, la puoi vincere e la puoi perdere, il fattore C ha sempre il suo peso (si pensi al palo di Gignac alla fine dei tempi regolamentari, o a Pogba schierato incomprensibilmente come un medianone vecchio stampo – chissà di quanti milioni sarà scesa la sua valutazione). Però il Portogallo l’ha sfangata, con Éder nel ruolo di un Charisteas un po’ più abbronzato, e per come si era messa la partita, la cosa mi ha fatto davvero piacere.
In Francia si domanderanno per un bel po’ come hanno fatto a perdere un europeo del genere, ma torneranno alla carica già nel prossimo mondiale – possibilmente con Benzema al posto di quel paracarro barbuto di nome Giroud.

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Un ritocco alla carrozzeria e via, il pullman è già pronto per Sochi.

(n)Euro 2016 – Quando scaccolarsi non basta (#26)

In memoria dei bei tempi (brasiliani) andati, per Germania-Francia si torna alla cara vecchia cronaca live in differita. In tv la Gialappa’s con il superospite Michael, il fastidiosissimo Collovati e belle figliuole a caso.
I grandi dilemmi di giornata sono: 1) chi vincerà la partita, 2) di conseguenza, chi vincerà l’europeo (perché il Portogallo non conta, suvvia), ma soprattutto 3) dove si metterà le dita il ct tedesco Löw. Si accettanno scommesse.

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Si parte alla grande – questa la mise di Michael.

La partita non è ancora iniziata e Collovati s’è già offeso. Alla grande.

0′ – Si parte.

3′ – I tedeschi sono senza Gomez, Khedira e – per la disperazione delle pulzelle allo stadio e davanti alla tv – Hummels.

5′ – In compenso gioca quel bimbominchia di Kimmich, per gli amici il Justin Bieber di Norimberga.

6′ – Löw beccato a scaccolarsi. E uno.

7′ – GRIEZMANN! Subito pericoloso il biondino, Neuer allunga la manona e respinge.

8′ – Collovati ha un tasso di impermalosimento imbarazzante.

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Daje Joachim, più a fondo, più a fondo!

13′ – MÜLLER! Sbananata immonda da posizione favorevole. Europeo osceno, per ora, per l’uomo che suole far l’amore con il sapore.

14′ – CAN! Francia un attimo in difficoltà, Can tira dal limite dell’area ma Lloris ci arriva.

15′ – Il naso di Löw attira insetti, coleotteri e pigliamosche.

19′ – TRULLATRULLATRULLALLÀ is back! Momenti fantastici a cura di Michael.

20′ – Boateng abbatte Kimmich. Involotariamente, ma va bene così.

21′ – Kroos si incunea e poi si affloscia, Rizzoli – l’unico italiano rimasto in Francia – fa segno di proseguire.

23′ – Collovati: “Sissoko si è spostato da destra a sinistra”. Il sig. Gherarducci: “Ma è perché non le sa ancora distinguere”.

25′ – Payet su punizione, Neuer comodo comodo.

27′ – ÖÖÖÖÖZIL tira malissimo, Schweinsteiger – lo Scalatore di Maiali – un po’ meglio. Lloris mette in angolo.

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Collovati perculato per il gol preso da Hateley ormai una vita fa. Il Sig. Gherarducci è una certezza, su queste cose.

30′ – Dopo il tiro di Griezmann si è vista solo la Germania.

31′ – Giroud non ha ancora toccato palla.

32′ – Löw e la ricerca della felicità, parte seconda – beccato!

33′ – MÜLLER! Niente da fare, continua a non voler azzeccarne una. Umtiti lo anticipa a due passi da Lloris.

34′ – Giroud tocca un pallone e lo perde.

35′ – “Rizzoli è permaloso!” esclama Collovati. Grasse risate in studio.

36′ – Ammonito Can, che non la prende bene e ringhia in faccia a Rizzoli. Occhio che è permaloso, eh.

38′ – Contropiedi a cazzo da una parte e dall’altra, Muller alla fine sparacchia da 30 metri.

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Neuer, intanto, scende il cane per pisciarlo.

42′ – Griezmann tira sull’esterno della rete.

43′ – Giroud, con venti metri di vantaggio su tutti, tocca il secondo pallone e si invola – oddio, invola – verso l’area tedesca. Howedes, non esattamente un fulmine di guerra, rinviene facilmente e contrasta il tiro.

44′ – Ammonito Evra.

45′ – Giroud è ancora violaceo in volto per lo sforzo immane e inutile di pochi minuti fa.

46′ – RIGORE PER LA FRANCIA! Schweinsteiger prende la sindrome di Boateng e anticipa un avversario con la mano invece che con la capoccia. Cartellino giallo e rigore.

47′ – GOL FRANCIA! Palla da una parte, Neuer dall’altra. Uno a zero Francia, nel disorientamento generale.

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FINE PRIMO TEMPO – Tutti a bere un tè caldo (e a prendere a scapaccioni lo Scalatore di Maiali).

46′ – Si riparte! Giroud tocca il suo terzo pallone e, con ampi spazi a disposizione, tira addosso a Boateng.

47′ – Il perculamento di Collovati continua.

50′ – Ammonito Draxler, finora inesistente. Prima era stato ammonito anche Özil, per aver calciato via il pallone dopo il rigore.

54′ – I germani tengono palla ma ignorano Müller, consapevoli del suo imbrocchimento fulmineo.

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La gioia dei tifosi tedeschi dopo il rigore di Griezmann.

61′ – Si è rotto Boateng, dentro Mustafi.

62′ – Ritmi blanderrimi. La Germania, incredibile ma vero, è poco nazista sotto porta.

64′ – Löw firma la tripletta smacagiosa.

66′ – Collovati si infiamma all’ennesima presa in giro del Sig. Gherarducci.

67′ – Esce Can, entra Götze.

68′ – Il Sig. Carlo ignora la partita e cerca di capire come si dice “scaccolarsi” in francese e tedesco.

72′ – GOL FRANCIA! Uno zozzone del calcio perde palla in area tedesca, Pogba si fuma Mustafi e mette in mezzo, Neuer smanaccia malissimo, Griezmann di punta mette in rete.

73′ – PALO BIEBER/KIMMICH! Lloris non ci sarebbe mai arrivato.

74′ – Pogba tira dai ventordici metri, palla fuori. Dal nulla la partita è resuscitata.

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Loro ci credono…
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…lui un po’ meno.

80′ – Sostituzioni varie ed eventuali, i tedeschi si preparano al bombardamento finale. Il cianuro è pronto.

82′ – Dopo una ciabattata di Mustafi, Höwedes di testa va vicino al gol.

84′ – Ormai è andata, per i crucchi, temo.

86′ – GRIEZMANN! Rischia di fare il terzo, ma il tiro è centrale.

87′ – Il pubblico parte con gli “olé” a ogni passaggio dei beniamini di casa.

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90′ – QUATTRO minuti di recupero.

91′ – Fuori Griezmann, tutti in piedi ad applaudirlo.

93′ – KIMMICH! Il bimbominchia ci prova di testa, Lloris tira fuori il riflessone e smanaccia.

94′ – FISCHIO FINALE! Francia in finale e, a occhio, campione d’Europa. I tedeschi, ciucchi di fatica e parecchio imprecisi (e sfigati) sotto porta, tornano nach Hause.

(Fra)

CHE VINCA IL PEGGIORE (E COSÌ FU)
Se la semifinale Portogallo – Galles ha decretato il passaggio in finale della squadra di Sua Fastidiosità Cristiano Ronaldo, la sfida Francia – Germania tira fuori dal cilindro il secondo nome che deve contendersi il titolo di “Miglior Squadra dell’Europeo”.
Vi giuro, già a dover scrivere queste righe lo stomaco mi va in subbuglio, ecco perchè cercherò di non scrivere di una partita divertente, ma fondamentalmente inutile, e di colpire sulle ginocchia questo Europeo ignobile.
Poche volte mi è capitato di vedere un torneo in cui non è la qualità del gioco a vincere, ma il mero culo. La componente C ci sta sempre in sfide “in-or-out”, lo sanno tutti quelli che guardano le partite di Champions League o Europa League, ma non deve essere il metro di giudizio unico&assoluto per passare il turno.

Ogni squadra decente ha deciso, in un modo o nell’altro (o grazie agli scontri diretti orchestrati ad arte dai poteri in alto), di suicidarsi. Ecco spiegato il motivo per cui, in semifinale, ci arriva una squadra come il Portogallo. Una formazione così brutta da vedersi e così scarsa nel giocare che ti fa rimpiangere i tornei con San Marino e altre formazioni di serie Z della Lituania.

nazionale-calcio
Gli eroi di San Marino
La Francia arriva in finale giocando malissimo, risolvendo le partite nell’ultimo quarto d’ora (tranne contro l’Islanda, dove hanno fatto gli sbruffoni contro una formazione sulle ginocchia) e poi rintanandosi in difesa contro la Germania.
I panzer tedeschi sono mezzi KO, sono senza punte e molti in formazione hanno acciacchi vari o sono stanchi e, nonostante questo, si prodigano nell’attaccare a spada tratta. La finale (quella meritocratica) è loro. Ma lo sport è diverso ed è il peggiore che vince, grazie a due suicidi assistiti dei tedeschi.
Schweinsteiger decide di far vedere a Boateng che sa giocare anche lui a pallavolo (con conseguente rigore trasformato da Griezmann) e poi è tutta la difesa, compreso Neuer, a tirar fuori un momento d’imbarazzo e subire il raddoppio (sempre Griezmann).
Si può parlare di bravura francese nel difendersi e ripartire? O di aver scelto una tattica attendista e aver colpito una formazione in evidente difficoltà sotto porta?
No. Non si può.
La Francia gioca male, a parte qualche buon trucco “da foca” di qualche piede fino, ma riesce a tirarsi fuori dal pantano della paura di uscire in semifinale grazie al culo e al santino Griezmann.
Un po’ di giustizia divina in più e saremmo ad assistere ad un Campionato Europeo decente, in cui le squadre giocano e fanno spettacolo. Ma, soprattutto, non saremmo ad assistere ad un Campionato Europeo che ci propone, come finale, una lurida, infida, infima partita con Portogallo e Francia come attori principali.

(Zeus)

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Lui è pronto.

GALLI CONTRO POLLI
E la Francia ce l’ha fatta ad arrivare in finale. Dopotutto gli riesce solo quando gioca in casa. Con una partita essenziale, ma efficace ha battuto la Germania. Potremmo riassumere la gara con una frase: “Da una parte di galli… dall’altra i polli!”
Perché i tedeschi sono stati dei veri polli: hanno avuto le migliori occasioni, hanno fatto gioco e tirato in porta, ma un po’ l’assenza di un centravanti puro che la butta dentro senza tanti complimenti, un po’ l’assenza del fattore C, tutti i loro sforzi sono andati sprecati.
In più ci si è messo Bastian Schweinsteiger che ha alzato la mano in area come se dovesse andare in bagno: “Arbitro posso andare a fare la pipì?”, “Sì, ma prima beccati ‘sto rigore contro”. Sul dischetto ci va Griezmann e senza tanti balletti e mossette spiazza Neuer. 1-0. La Germania continua a provarci spudoratamente ma senza grandi risultati e la Francia riparte appena può con Sissoko, Griezmann e Payet; ci prova anche Giroud, ma a confronto Montolivo è Carl Lewis.
Stessa storia, stesso posto, stesso bar è il secondo tempo. La Germania entra in campo con la voglia di rimontare al più presto come un pornodivo vecchia scuola, ma quando la fortuna non c’è, non c’è. È inutile!
E allora ci pensano i galli a segnare sempre con Griezmann, ma ci mette del suo Neuer che esce male come un neo patentato da un parcheggio.
2-0 chiusi i giochi e tedeschi pronti per il mare con i loro bei sandali e con la crema solare protezione 80. Ma tanto vi scottate anche in spiaggia, è matematico!
(Colpoditacco)

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